“Si corre meglio quando lo sport resta un piacere.” - Intervista a Flavio Valabrega, in arte Flavio Hikes
Chi è Flavio Valabrega
Romano, classe 1995, Flavio Valabrega è un appassionato di corsa, trail e hiking, e condivide le sue esperienze sul profilo Instagram @flaviohikes, con una community affezionata che lo segue in viaggi, allenamenti e sfide estreme.
Il suo modo di vivere lo sport è un mix di curiosità, voglia di scoperta e una buona dose di autoironia, qualità che lo rendono un compagno di viaggio perfetto, anche solo attraverso uno schermo.
Dopo la maratona di Berlino ci ha raggiunto in sede e ci ha raccontato come affronta le sfide, cosa ha imparato dai propri errori e perché lo sport, prima di tutto, deve restare un piacere.
Costanza e leggerezza: una combo vincente
C’è chi si allena guardando i dati, chi invece guarda il panorama. Flavio Valabrega fa entrambe le cose. Quando gli chiediamo qual è il consiglio più semplice ma più efficace che darebbe a chi si prepara per una gara, sorride e va dritto al punto:
“Cercare di essere costanti e precisi nella preparazione, ma viverla nella maniera più leggera e divertente possibile. Alla fine, lo sport è, o dovrebbe essere, un’esperienza piacevole a 360 gradi. Se diventa fonte di stress, perde il senso. Bisogna imparare a godersi il percorso, senza troppa ansia.”
Un approccio che sembra semplice, ma che in realtà richiede una certa maturità sportiva: saper distinguere la dedizione dalla pressione, l’impegno dall’ossessione. E forse è proprio qui che nasce la differenza tra chi fa sport e chi lo vive appieno.
L’importanza dello stretching e del recupero
Parlando di errori, Flavio non ha paura di ammettere i propri. Quando gli chiediamo qual è l’errore più comune, la risposta arriva con un sorriso autoironico:
“Il Flavio di qualche anno fa ignorava completamente parole come ‘recupero’, ‘stretching’ e ‘mobilità’. Le sentivo dire, ma entravano da un orecchio e uscivano dall’altro. Ora mi rendo conto che sono fondamentali per ogni atleta. Non sto pagando chissà quali conseguenze, ma la mia mobilità, soprattutto delle anche, è ridotta! Se ci avessi lavorato di più fin dall’inizio, ora sarei molto più fluido nei movimenti.”
Un’ammissione sincera, che vale più di tanti consigli tecnici. Ogni sportivo passa per la fase in cui pensa che basti allenarsi di più per migliorare. Poi scopre che, a volte, migliorare significa imparare anche a fermarsi, respirare e prendersi cura di sé.

Rituali di straordinaria normalità
C’è chi ascolta sempre la stessa playlist, chi indossa le scarpe “fortunate”, chi fa respiri profondi prima dello start. E Flavio?
“Non sono molto scaramantico, niente di grandioso. Il mio rituale pre-gara è abbastanza comune tra gli atleti”, fa una pausa, sorride tra il divertito e l’imbarazzato, e continua “passare un po’ di tempo in bagno, diciamo in fase meditativa. Caffè, un po’ di silenzio, e pensa alla gara stando comodo. Funziona!”
La vera sicurezza prima di una competizione può passare anche da momenti di ironica normalità, senza bisogno di gesti magici.
Cetilar® Nutrition: sport e ricerca
Quando gli chiediamo di descrivere Cetilar® Nutrition con una parola sola, Flavio raddoppia:
“Direi sport e ricerca. Ora che sto conoscendo il brand, mi colpisce come si rivolga a tutti gli sportivi, dai principianti ai pro. Dietro ogni prodotto si sente che c’è studio, competenza e una cura che non è scontata. Per me è un marchio di alto livello.”
Un messaggio che sintetizza bene la filosofia di Cetilar®: supportare chi ogni giorno ricerca la migliore performance, con grande consapevolezza e senza lasciare nulla al caso.
Gestire l'energia in montagna: scorte e improvvisazione
Chi fa trail o hiking sa che la gestione dell’energia e dell’alimentazione cambia completamente rispetto a una gara classica. Flavio lo racconta con la tranquillità di chi ha imparato sul campo:
“Mi è capitato di fare una gara dove il ristoro era previsto al chilometro 15. Il mitologico chilometro 15… che non è mai arrivato! E quando ti ritrovi a giugno, con 40°, senza acqua né barrette, capisci che non puoi sempre contare sull’organizzazione. Meglio avere sempre con sé quello che serve, più le scorte d’emergenza. Melius abundare quam deficere, come si dice. L'extra la usi tu o la dai a un compagno in difficoltà.”
Un approccio pragmatico ma pieno di buon senso: la montagna non perdona l’improvvisazione, ma premia la preparazione.

Il segreto per affrontare le salite impegnative: pensare al potenziale inespresso
“L’uomo è una macchina che può fare cose incredibili. Il nostro potenziale non è mai al 100%. Il difficile è ricordarselo quando le gambe non ne vogliono più sapere.”
Flavio parla così del suo segreto per affrontare le salite. Non una formula magica, ma un lavoro mentale continuo:
“Quando sono in salita e sto in affanno, mi viene da pensare: ‘Sono arrivato a questo chilometro, sto faticando, e me ne mancano ancora tanti…’. Allora cerco di spostare il pensiero sulle cose belle: il dopo gara, la soddisfazione, il tempo con le persone care. Ti aiuta a trovare risorse che non pensavi di avere.”
Una visione che racchiude il suo approccio alla fatica: non respingerla, ma ascoltarla e trasformarla in qualcosa di positivo.
Imparare a stare nel qui e ora, godendosi il percorso
La maratona di Berlino è una di quelle esperienze che restano addosso, anche a chi l’ha corsa più di una volta. Per Flavio, però, l’ultima edizione, la sua prima, ha avuto un sapore diverso:
“Finora non mi sono ancora scontrato con i miei veri limiti. Ogni gara è un piccolo esperimento e ogni volta scopro qualcosa di nuovo di me. All’inizio ascoltavo solo i dati, ora sto imparando a fidarmi di più del corpo. Sapevo che stavolta non avrei potuto superare il mio personal best. Venivo da un periodo di zero allenamenti, quindi ho deciso di correrla per il gusto di farlo. È stata la prima gara in cui ho quasi ignorato il cronometro. Mi guardavo intorno, la gente, la musica, la festa. Certo, gli ultimi 5 km sono stati tosti, ma è la prima volta che ho corso con questo spirito: ascoltare finalmente anche il corpo.”
Takeaway: cosa ci insegna Flavio Valabrega
Flavio Valabrega lancia un invito a cercare l'equilibrio tra sfida e divertimento, un promemoria per chi corre, cammina o pedala verso i propri orizzonti.
Ecco cinque spunti da portare con te nelle prossime avventure:
- La costanza vale più dell’eroismo: non serve strafare: basta fare le cose con regolarità e divertimento. La migliore performance arriva quando smetti di inseguirla.
- Stretching e recupero non sono “opzionali”: la mobilità è il fondamento della longevità sportiva. Integrala nella tua routine sportiva: il corpo ringrazierà a lungo termine.
- Pianifica le scorte con margine: porta sempre con te blocchi extra. Meglio abbondare che rimanere senza. L'autosufficienza salva la giornata.
- Usa la mente nelle salite: quando la fatica morde, pensa al dopo e al tuo potenziale inespresso. Ricorda: possiamo sempre di più di quanto crediamo.
- Godersi la corsa è già vincere: impara a distinguere quando spingere e quando goderti il momento. Alcune gare servono solo a ricordarci perché abbiamo iniziato.