Mangiare tra due bordi: l’alimentazione del velista

Parlare di dieta del velista in generale è come parlare del colore adatto: adatto a cosa? È la domanda che appare subito dopo. Anche parlando dell’alimentazione di chi pratica lo sport velico, scaturisce immediata la questione: di quale velista stiamo parlando? Limitiamoci agli atleti, o più in generale a chi pratica competizioni veliche ed escludiamo i crocieristi. Non per ragioni di simpatia (evviva i crocieristi, i regatanti e i velisti in genere), ma semplicemente perché in quest’ultimo caso, basterà seguire le linee di una corretta alimentazione quotidiana con qualche attenzione in più legata al praticare un attività all’aperto.
Consigli utili per l’alimentazione di chi pratica competizioni veliche
Quindi bere con regolarità durante le giornate calde, ancora prima di sentire lo stimolo della sete che spesso arriva troppo tardi specialmente con l’avanzare dell’età; aumentare l’assunzione di calorie durante quelle fredde per compensare il maggior fabbisogno energetico richiesto per riscaldare il corpo. A onor del vero, c’è un ulteriore elemento di cui tenere conto quando si pratica la vela indipendentemente da come la si pratichi: il mal di mare. Se pensate di soffrirne, ne soffrite o siete solo in dubbio, prima di salire a bordo meglio evitare pasti troppo pesanti, il cappuccino e il caffè, gli alcolici e, in linea di massima, troppi liquidi.
Calorie in alto mare: le differenze a seconda della disciplina
Dire regatante, però, non è sufficiente a individuare un regime alimentare univoco. Le competizioni veliche variano molto nel fabbisogno calorico e nel tipo di preparazione fisica (e di conseguenza di necessità metaboliche) richiesti a chi le pratica.
Il prodiere di un Nacra 17, il catamarano olimpico, può arrivare a consumare fino a 500 calorie l’ora, mentre il drizzista di un cabinato lungo 12 metri impiegato in una regata d’altura avrà un fabbisogno calorico che si aggira sulle 130 calorie per ora. Anche su una stessa barca con equipaggio corposo le necessità cambiano: un grinder consuma di più di un timoniere e molto di più di un tattico.
In deriva in genere si consuma di più che su una barca grande e a parità di dimensioni di barca, meno gente si è a bordo e più è alta la richiesta di energia pro capite. Una regata tra le boe richiede più energia all’ora di una regata lunga. Più aumentano il vento e lo stato del mare, più cresce il consumo di energia. Per dare una panoramica generale che raggruppi la maggior parte delle circostanze, regatando, che sia gara o allenamento, si consumano tra le 150 e le 300 calorie l’ora.
Tutto ciò premesso, possiamo affrontare in maniera più pratica la questione alimentazione del velista a seconda dell’imbarcazione su cui si cimenta.
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