Fratture e microfratture da stress
Che cosa si intende per frattura da stress
Le fratture da stress si verificano nelle ossa che subiscono un “affaticamento meccanico”. Sono una conseguenza della somma di molti carichi submassimali ripetitivi, senza un adeguato tempo di recupero, che crea uno squilibrio tra il fisiologico processo di riassorbimento e formazione del tessuto osseo.
Le fratture di solito iniziano, appunto, in zone anatomiche di grande stress, dove si genera un “crack iniziale”, o microfrattura iniziale. Se questa fessura microscopica non è in grado di guarire ed è soggetta a ulteriori carichi, il micro-danno aumenterà, allargandola fessura , che genererà una vera e propria frattura da stress.
Le fratture da stress sono infortuni da sovraccarico relativamente comuni negli atleti, in particolare a carico degli arti inferiori. Spesso avvengono negli atleti che praticano la corsa e/o i salti e sono in alcuni casi associati ad un aumento del volume o dell’intensità del carico di lavoro di allenamento. Le ossa più colpite sono la tibia, i metatarsi, il navicolare, il perone e il calcagno.
I sintomi della frattura da stress
Le presentazioni cliniche possono variare tra i pazienti. Pertanto, è fondamentale eseguire un’anamnesi e una visita approfondite per capire se ci troviamo di fronte a una frattura da stress.
Il paziente solitamente descrive un dolore iniziato in maniera graduale e senza nessun specifico meccanismo di lesione, e che sta peggiorando progressivamente durante l’attività sportiva, fino a diventare un dolore costante nel tempo.
I pazienti in alcuni casi possono presentare un lieve edema ed arrossamento nell’area del dolore, dolorabilità focale/puntiforme e aumento del dolore con il carico, che incoraggia un’andatura antalgica.
Esiste un modo per prevenire le fratture da stress?
Come detto sopra, le fratture da stress solitamente avvengono per un sovraccarico dovuto ad un’eccessiva quantità negli allenamenti, senza adeguati tempi di recupero. Pertanto, la maniera migliore per prevenirle è proprio quella di dosare gli allenamenti e gestire adeguatamente il riposo tra le sessioni.
Un altro fattore da valutare è l’appoggio dei piedi in statica e dinamica. Infatti, un’alterazione della distribuzione dei carichi durante il cammino o la corsa può portare ad un uso eccessivo di una particolare zona del piede. Questo avviene soprattutto nelle fratture da stress dell’osso navicolare o dei metatarsi. É raccomandabile quindi, per gli atleti che corrono tanto oppure per chi ha già sofferto di fratture da stress, una visita podologica con esame baropodometrico per valutare l’appoggio plantare e la distribuzione dei carichi.
Terapia in seguito a frattura da stress
Una volta appurata la diagnosi di frattura da stress, solitamente tramite radiografia o risonanza magnetica, il trattamento iniziale dovrebbe essere quello di mettere a riposo l’articolazione colpita, riducendo lo stress entro i limiti fisiologici, consentendo quindi la guarigione. Questo di solito consiste in un carico ridotto o nullo per 1-2 mesi, a seconda della gravità della frattura. In alcuni casi il medico consiglierà l’utilizzo delle stampelle, in altri casi invece prescriverà un tutore apposito.
Per gli atleti che non possono permettersi di stare completamente a riposo per non perdere la condizione fisica, vengono consentite attività come il nuoto o l’idrokinesiterapia, il ciclismo e l’allenamento con i pesi della parte superiore del corpo (nel caso di frattura da stress a livello di gamba/piede), tutto nel pieno rispetto del dolore e della guarigione ossea.
Da subito, è consigliato l’utilizzo della magnetoterapia, una terapia strumentale che permette di stimolare e velocizzare la calcificazione ossea. Essendo un tipo di trattamento che deve essere eseguito per diverse ore al giorno per essere efficace, la soluzione migliore è noleggiare un apparecchio da un’azienda certificata ed utilizzarlo almeno per i primi 15-20 giorni post infortunio, direttamente a casa.
Fisioterapia e consigli utili
Una volta che la frattura è consolidata, diventa importante iniziare un percorso riabilitativo con un fisioterapista per recuperare il corretto schema del passo, la forza, la resistenza muscolare e la propriocezione. In alcuni casi, il terapista dovrà lavorare anche per migliorare la rigidità articolare causata dall’immobilità.
In caso di recupero di un atleta, diventa fondamentale la collaborazione con il laureato in scienze motorie, che dopo l’iniziale fase riabilitativa, si impegnerà per riportare lo sportivo nelle condizioni fisiche ottimali per il ritorno alle competizioni.
Visto che la grande maggioranza delle fratture da stress sono dovute alla corsa, è utile e consigliato un lavoro per migliorare la tecnica della corsa, che spesso avviene in maniera non naturale e con postura e cadenza sbagliate, portando di conseguenza a maggiori sovraccarichi e rischi di infortunio.
ALESSIO ERRA
Fisioterapista sportivo e ortopedico
Classe 1988, una laurea in fisioterapia all’università di Pisa nel 2010 a cui segue un master in posturologia clinica e corsi di alta formazione in diversi ambiti. La sua esperienza nel mondo dello sport professionistico, in particolare nel motorsport, lo hanno portato a specializzarsi in fisioterapia sportiva e ortopedica, terapia manuale per patologie muscolo-scheletriche e viscerali, posturologia e tecniche di prevenzione infortuni per sportivi.
I suoi interessi principali sono il trattamento delle patologie dolorose croniche a carico delle articolazioni, la riabilitazione post-infortunio sportivo o intervento chirurgico e le tecniche di prevenzione infortuni per sportivi professionisti e amatoriali.