Artrosi del ginocchio o gonartrosi: sintomi, diagnosi e cosa fare per migliorare la mobilità

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Le ginocchia, così come le anche, sono le articolazioni più a rischio di artrosi, una malattia degenerativa dell’apparato scheletrico causata dal progressivo assottigliamento della cartilagine articolare che protegge i capi ossei di un’articolazione. L’osteoartrosi (da non confondere con l’osteoartrite!) è la patologia articolare più diffusa dopo i 50 anni, soprattutto tra la popolazione femminile, e, ad oggi, purtroppo non esiste una cura definitiva, ad esclusione dell’intervento di protesi in alcuni casi.

Nel caso specifico dell’artrosi del ginocchio però, la fisioterapia e l’attività fisica possono aiutarci non solo a migliorare la mobilità e la flessibilità articolare, ma anche a rallentare il decorso della patologia, migliorando in modo importante la qualità di vita.

 

Artrosi del ginocchio: cos’è, come si sviluppa, età ed incidenza sulla popolazione

L’osteoartrosi del ginocchio, in ambito medico definita con il termine gonartrosi, è una patologia degenerativa dell’articolazione del ginocchio, dovuta ad un consumo eccessivo della cartilagine articolare, cioè del tessuto che riveste le estremità ossee di un’articolazione, proteggendola dall’attrito durante il movimento. La funzione della cartilagine è quindi simile a un cuscinetto ammortizzante, che permette lo scorrimento dei capi articolari senza creare danni alle ossa. In caso di artrosi, la cartilagine si assottiglia sempre di più fino ad arrivare ad una situazione dove l’attrito tra le ossa è elevato e la funzionalità articolare è compromessa, causando dolore e rigidità.

L’artrosi del ginocchio coinvolge nel 35% dei casi l’articolazione femoro-rotulea e nel 45-50% dei casi l’articolazione femoro-tibiale. A questo livello, spesso, a causa di un’alterata distribuzione dei carichi tra comparto interno ed esterno del ginocchio, ne consegue un’usura precoce del compartimento interno (la più frequente) o di quello esterno.

L’artrosi del ginocchio è una condizione irreversibile e progressiva, che colpisce nella maggior parte dei casi le persone anziane. L’età avanzata è quindi la causa principale, ma non è l’unica, perché possono contribuire anche condizioni di sovrappeso/obesità, traumi gravi al ginocchio e predisposizione genetica.

 

I sintomi: dallo stato pre-artrosico alla gonartrosi conclamata

Clinicamente, possiamo definire come “stato pre-artrosico” quella condizione che si manifesta precocemente, con ipotonia muscolare, lassità legamentosa, alterazioni tendinee, dolore al ginocchio intermittente. Questa condizione, solitamente, evolve in artrosi conclamata in 10-15 anni.

Nella fase di gonartrosi conclamata, il paziente lamenta dolore a riposo che aumenta con il carico, nello scendere le scale, nel cammino su terreno irregolare. Il dolore articolare, spesso anche notturno, è spesso localizzato al di sotto della rotula, nella parte interna del ginocchio, nel cavo popliteo, fino a diffondersi a tutta l’articolazione.

I pazienti riferiscono difficoltà a camminare dopo essere stati seduti a lungo e l’articolazione si presenta spesso rigida e gonfia.

 

Come capire se si tratta di gonartrosi: la diagnosi

La diagnosi di gonartrosi viene fatta dal medico Ortopedico in base alla storia clinica del paziente, all’esame fisico e alla visione degli esami radiografici. Nelle immagini si evidenzia un restringimento dell’interlinea articolare, erosione dei contorni radiografici e altri sintomi caratteristici come l’osteofitosi (piccoli “speroni” ossei che si formano sull’articolazione, tipiche di fenomeni degenerativi come l’artrosi), l’osteosclerosi (ossia l’inspessimento delle ossa, che diventano più dure e compatte, perdendo elasticità) e la presenza di geodi subcondrali (cisti ossee).

 

Artrosi al ginocchio: come curarla?

Esiste una cura specifica? La fisioterapia aiuta?

Purtroppo, al momento non esiste una cura per l’artrosi. I trattamenti, infatti, sono solo mirati a controllarne i sintomi e se possibile a ritardarne l’evoluzione.
Una volta che il medico Ortopedico avrà raccolto tutte le informazioni utili e diagnosticato il livello di artrosi (1°,2°,3° o 4° grado), il primo passo da compiere è quello di impostare un progetto riabilitativo insieme al fisioterapista. Il programma fisioterapico per l’artrosi del ginocchio si pone come obiettivi:

  • Il controllo del dolore articolare;
  • Il recupero della funzionalità articolare del ginocchio;
  • Il rinforzo della componente muscolare della gamba;
  • Il recupero della sensibilità propriocettiva;
  • Il miglioramento della qualità di vita in generale.

Ne consegue che il trattamento riabilitativo-fisioterapico in casi di gonartrosi – ma più in generale di osteoartrosi – debba mantenere un approccio globale, comprensivo da un lato di un trattamento specifico per il dolore e, dall’altro, dell’importanza degli esercizi terapeutici e dell’attività fisica:

  1. Trattamento del dolore articolare: è fondamentare capire quali sono le attività da evitare, come dosare il riposo e come utilizzare eventuali tutori per il ginocchio. In casi di gonartrosi, le terapie fisiche di supporto, come la Tecar, gli Ultrasuoni, il Laser e la Magnetoterapia, possono rivelarsi un valido aiuto per alleviare la sintomatologia dolorosa.
  2. Esercizio terapeutico ed attività fisica: sono due elementi molto importanti nel trattamento dell’osteoartrosi. Esercizi e ginnastica apportano enormi benefici, tra cui l’aumento della forza e della resistenza muscolare, la perdita di peso, il miglioramento della propriocettività dell’articolazione e la riduzione di fattori psicologici negativi come ansia e depressione.

Artrosi del ginocchio e dieta: quanto incide il peso corporeo sull’avanzare della malattia?

Il sovrappeso e l’obesità sono alcuni trai i principali fattori di rischio per lo sviluppo di artrosi al ginocchio: un eccessivo carico sull’articolazione può portare, infatti, ad un consumo precoce della cartilagine. Se il singolo caso lo richiede quindi, un calo ponderale mirato ha senso sia a scopo preventivo, sia in fase di artrosi conclamata, al fine di diminuire lo stress articolare.

Protesi al ginocchio: l’intervento chirurgico è la soluzione definitiva? Quali sono i tempi di recupero? È possibile riacquistare il 100% della mobilità e funzionalità?

Quando parliamo di gonartrosi, la terapia chirurgica può essere praticata sia in fase relativamente precoce, per rallentare il processo artrosico (ad esempio con una pulizia articolare), sia in fase tardiva, quando non vi è più risposta al trattamento conservativo e si è purtroppo creata una situazione di importante disabilità. In questo caso il medico Ortopedico può optare per un intervento chirurgico di sostituzione protesica.

Il programma riabilitativo post-operazione, fondamentale per una buona riuscita dell’intervento, deve essere concordato con il chirurgo in base al tipo di protesi impiantata, alla tecnica chirurgica eseguita e alla presenza di esiti cicatriziali.

In generale, gli obiettivi della fisioterapia conseguente alla sostituzione di una protesi al ginocchio devono concentrarsi su:

  • Prevenire i danni da allettamento (es. trombosi venosa profonda, piaghe da decubito, etc);
  • Raggiungere un adeguato ROM articolare (range of motion, cioè la flessibilità dell’articolazione espressa in gradi);
  • Rafforzare progressivamente i muscoli di ginocchio, anca e zona addominale/lombare;
  • Raggiungere progressivamente una deambulazione autonoma;
  • Migliorare l’autonomia del paziente nelle attività di vita quotidiana.

Generalmente, con un buon programma di riabilitazione post-intervento i tempi di recupero sono minimo di 3 mesi, ma è sempre consigliabile continuare la fisioterapia per circa 6-9 mesi. Se l’operazione e il decorso post-operatorio con il fisioterapista hanno successo e, in assenza di altre patologie, solitamente l’intervento è risolutivo, riportando il paziente a camminare senza dolore e con un buon range di movimento articolare.

Ginnastica, cyclette, piscina, camminare: lo sport ci aiuta o peggiora la patologia?

Come detto sopra, in caso di artrosi del ginocchio l’attività fisica è una delle poche soluzioni che portano un beneficio tangibile al paziente. Ovviamente deve essere modulata in base alla condizione fisica del singolo e allo stato di avanzamento dell’artrosi. In alcuni casi sarà da prediligere l’attività in scarico in acqua come la piscina o l’idrokinesiterapia, o in scarico parziale come la bicicletta/cyclette. In altri casi invece è possibile lavorare tranquillamente in palestra con esercizi in pieno carico.

 

Come rallentare la gonartrosi: i consigli del fisioterapista

Come detto sopra, l’artrosi è una patologia degenerativa per la quale non conosciamo una cura e spesso è influenzata anche da cause genetiche o traumi; pertanto, è impossibile dare dei consigli standard al fine di prevenire o rallentare l’artrosi, in quanto spesso i consigli variano da caso a caso.

A livello generale, il suggerimento è di evitare la sedentarietà, svolgendo sin da giovani un’attività fisica costante, varia e che coinvolga tutto il corpo. Mantenere i muscoli allenati e flessibili e le articolazioni mobili è fondamentale. Allo stesso modo, è consigliabile evitare sport troppo traumatici, stressanti e ripetitivi che possono portare ad un’usura precoce della cartilagine.

L’alimentazione è un altro aspetto importante. Mantenersi nel peso-forma, riduce il carico sulle articolazioni degli arti inferiori rallentando l’insorgenza di artrosi del ginocchio. Inoltre, una dieta varia ed equilibrata ci permette di avere tutti i nutrienti necessari al corpo per mantenersi in salute.

In caso invece di traumi o alterazioni posturali importanti (ad es. un arto inferiore più corto) che possono predisporre all’insorgenza di artrosi, è utile rivolgersi ad un fisioterapista o un posturologo per definire una terapia personalizzata per rallentare il processo di questa patologia.

ALESSIO ERRA

Fisioterapista sportivo e ortopedico

Classe 1988, una laurea in fisioterapia all’università di Pisa nel 2010 a cui segue un master in posturologia clinica e corsi di alta formazione in diversi ambiti. La sua esperienza nel mondo dello sport professionistico, in particolare nel motorsport, lo hanno portato a specializzarsi in fisioterapia sportiva e ortopedica, terapia manuale per patologie muscolo-scheletriche e viscerali, posturologia e tecniche di prevenzione infortuni per sportivi.

I suoi interessi principali sono il trattamento delle patologie dolorose croniche a carico delle articolazioni, la riabilitazione post-infortunio sportivo o intervento chirurgico e le tecniche di prevenzione infortuni per sportivi professionisti e amatoriali.

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