Allenamento terapeutico: di cosa si tratta e come può aiutarci

5 MIN 17 Febbraio 2023

La crescente consapevolezza dell’importanza dell’esercizio fisico, sia per prevenire gli infortuni che per il benessere psicofisico, ha portato allo sviluppo dell’esercizio terapeutico, che racchiude una serie di metodologie, ciascuna delle quali con modalità e obiettivi in parte sovrapponibili e in parte differenti.

Le principali tipologie di esercizio terapeutico possono essere racchiuse in tre categorie: riabilitativo, preventivo e finalizzato al benessere psicofisico.

Le figure professionali più indicate per stilare un piano funzionale e personalizzato sono da ricercarsi nel fisioterapista (soprattutto per la parte riabilitativa) e nel laureato in scienze motorie (per l’area di prevenzione infortuni e ricerca del benessere psicofisico). Ancora meglio se le due figure professionali collaborano, interagendo per trovare le giuste strategie attuative.

ESERCIZIO RIABILITATIVO

Partendo dall’esercizio terapeutico riabilitativo, un esempio semplice da descrivere è il paziente che presenta lombalgia aspecifica. In soggetti sedentari, o che svolgono attività lavorative pesanti, questa problematica è abbastanza comune e richiede di essere attenzionata e sottoposta agli occhi esperti di un professionista del settore. Il primo step di analisi spetta al fisioterapista, il quale se la problematica è di lieve entità può suggerire, oltre a trattamenti manuali o strumentali, anche l’esercizio in palestra seguito da un preparatore atletico laureato in scienze motorie. L’attività fisica mirata infatti, può avere effetti molto importanti nel breve periodo e stabilizzare nel tempo i progressi indotti dalle sedute fisioterapiche.

Il corpo umano è progettato per muoversi; purtroppo talvolta la vita quotidiana sedentaria, i ritmi frenetici e la poca propensione all’attività fisica, portano molti ad utilizzare il proprio corpo solo lo stretto necessario, affidandosi ai mezzi ed alla tecnologie per evitare azioni motorie. Questo comporta il protrarsi di posture errate, il peggioramento della composizione corporea e, in generale, un decremento funzionale globale delle strutture muscolo-scheletriche e dell’apparato cardio-vascolare.

L’esercizio fisico deve essere finalizzato in questi casi a restituire al soggetto mobilità e forza in aree specifiche, migliorando la postura ed in generale l’efficienza muscolare, consentendo di ridurre le sintomatologie dolorose presenti e prevenendone la ricomparsa in futuro.

ESERCIZIO PREVENTIVO

Nello sport l’esercizio preventivo sta assumendo un ruolo fondamentale, infatti tutti gli sportivi, dagli amatori ai professionisti delle varie discipline, dovrebbero seguire un programma di allenamento finalizzato alla prevenzione degli infortuni, che va di pari passo a quello di incremento delle performance.

Nelle varie discipline chiaramente sono presenti delle variabili differenze dovute alle specificità dello sport e ai distretti corporei maggiormente sollecitati. Questi aspetti sono da tenere sicuramente in considerazione, approfondendo eventualmente l’analisi del modello prestativo dello sport, durante la programmazione di un protocollo di lavoro.

Un altro aspetto fondamentale è l’analisi posturale dell’atleta, che può far emergere carenze su cui lavorare, legate ad esempio a infortuni pregressi, retrazioni muscolari o aspetti posturali da migliorare.

Tuttavia, purtroppo, la prevenzione infortuni soprattutto in età giovanile è spesso trattata con superficialità e quindi sottovalutata. Questa assume un’importanza differente nel momento in cui l’atleta raggiunge la maturità agonistica, o in seguito a un infortunio, quando gli atleti percepiscono l’importanza dell’esercizio terapeutico per la loro “longevità agonistica”.

Un ruolo fondamentale è quello dello staff atletico-sanitario, che ha il compito di educare gli atleti ad integrare il programma prestativo con quello di prevenzione degli infortuni.

ESERCIZIO FINALIZZATO AL BENESSERE PSICOFISICO

L’esercizio fisico è da considerarsi terapeutico anche se è rivolto ad un soggetto sano, senza particolari problematiche posturali o muscolo-scheletriche.

L’attività fisica, se svolta con regolarità, presenta notevoli vantaggi, prevenendo malattie cardiovascolari, contribuendo alla riduzione del tessuto adiposo, regolando la pressione arteriosa, i livelli di colesterolo e permette altresì di regolare la glicemia. Essa rappresenta a tutti gli effetti un farmaco potentissimo senza particolari effetti collaterali.

Allenarsi con regolarità migliora non solo la salute fisica ma anche quella mentale, contribuendo ad alleviare lo stress grazie al rilascio di endorfine, migliorando l’umore regolarizzando i livelli di seratonina, ma anche semplicemente migliorando la fiducia in sé stessi grazie al raggiungimento di obiettivi prefissati e incrementando la qualità del sonno.

Analizziamo adesso un caso studio per ciascuna delle 3 aree di intervento.

CASO 1: soggetto sovrappeso con mal di schiena e gonalgia. Programma di Esercizio Riabilitativo

Ipotizziamo di dover lavorare con un soggetto in chiaro sovrappeso che riferisce lombalgia cronica e dolore alle ginocchia durante e dopo le giornate lavorative. Il soggetto svolge un lavoro attivo dove sottopone le proprie articolazioni a stress importanti.

Dall’anamnesi non risultano particolari aspetti da sottolineare, l’alimentazione è totalmente non bilanciata, di base ipercalorica.

In questo caso è suggeribile per il soggetto intraprendere un programma combinato composto da sedute fisioterapiche per ridurre la sintomatologia dolorosa e attività fisica 2-3 volte a settimana per circa 60-90’ ciascuna. All’interno delle sedute sarà importante inserire:

  • Attività aerobiche progressive, prediligendo inizialmente esercizi a basso carico articolare, come la bike ad esempio, per poi passare ad esercitazioni più dinamiche;
  • Esercizi di mobilità/rinforzo specifici finalizzati alla riduzione della dolorabilità muscolo-scheletrica;
  • Esercizi di tonificazione/rinforzo generale, che abbinati alle attività aerobiche favoriscono la riduzione del peso e il miglioramento della composizione corporea;
  • Alimentazione corretta ed equilibrata, migliorando anche l’idratazione giornaliera.

Questo programma di lavoro, apparentemente semplice, rappresenta un importante passo avanti per il soggetto che già dopo le prime sedute potrà cominciare a percepire i benefici, fermo restando che i miglioramenti si stabilizzeranno a medio termine. Il programma non deve essere pensato a scadenza, ma deve rappresentare un nuovo inizio per il soggetto, che man mano percependo i miglioramenti sarà disposto a inserire queste attività teraputtiche all’interno del proprio stile di vita, migliorandone la qualità.

CASO 2: tennista professionista, non riferisce problematiche di rilievo. Programma di Esercizio Preventivo

In questo caso le cose cambiano, il soggetto è in forma, è un atleta e non ha particolari problematiche fisiche, sia durante che dopo le competizioni. Nonostante ciò, l’esercizio terapeutico può entrare in gioco, infatti,negli atleti lo scopo principale degli allenamenti è quello di migliorare la condizione atletica e le capacità tecniche per renderli più performanti durante la competizione. Questo talvolta, per non dire spesso, va a discapito dell’integrità strutturale muscolo-tendinea e potenzialmente può ridurre la longevità sportiva dell’atleta. Per evitare che ciò si verifichi, gli allenamenti orientati alla performance devono essere affiancati da un corretto programma di prevenzione infortuni, composto da:

  • Rinforzo specifico per la cuffia dei rotatori, viste le sollecitazioni importanti presenti sulla spalla del tennista
  • Routine specifica pre-allenamento / partita per preparare la muscolatura alla prestazione;
  • Flessibilità muscolare e mobilità articolare mediante esercitazioni in palestra.

Anche in questo caso l’interazione tra le figure professionali risulta importante, il laureato in scienze motorie si occupa della parte di esercizio, il fisioterapista può predisporre dei lavori di scarico che fungono da boost preventivo e rigenerativo per l’atleta.

 

CASO 3: imprenditore, ex atleta. Riferisce livelli di stress elevati e poco tempo per l’attività fisica. Programma di Esercizio finalizzato al Benessere

In questo caso il soggetto non riferisce particolari problematiche fisiche; tuttavia, i livelli elevati di stress lavorativi lo stanno portando ad un importante peggioramento della propria qualità di vita. Il tempo a disposizione è poco e l’attività fisica ormai è relegata all’ultimo posto tra le priorità.

Dall’anamnesi non risultano particolari aspetti da sottolineare, anche l’alimentazione è abbastanza regolare.

La prima fase prevede 2 sedute di allenamento settimanali da circa 60’ ciascuna, dove il compito del preparatore atletico sarà quello di ottimizzare il poco tempo a disposizione lavorando prevalentemente su 3 aree target:

  • Miglioramento della resistenza cardiovascolare, mediante esercitazioni cicliche (come corsa, bike, rowing) o acicliche (circuit training), prevedendo anche lo stimolo delle componenti coordinative;
  • Incremento della forza muscolare, tramite esercizi a circuito che prevedano impegno muscolare progressivo, prediligendo esercizi multiarticolari (squat, push-ups, deadlift, etc.);
  • Prevenzione degli infortuni e delle sintomatologie dolorose, effettuando esercizi di mobilità e core stability.

Parallelamente al programma di riattivazione atletica è suggeribile abbinare:

  • una seduta settimanale outdoor durante il weekend variabile a seconda del livello e delle preferenze (passeggiata, corsa, bici, etc.)
  • un trattamento settimanale di scarico con il fisioterapista.
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